Risorse artiche

Le compagnie energetiche cercano le risorse dell’Artico. Avranno successo?

Le risorse dell’Artico sono immense, con grandi quantità di petrolio e gas naturale non sfruttati

Nel mezzo della crisi energetica mondiale, le risorse artiche hanno attirato un enorme interesse da parte delle compagnie energetiche. Tuttavia, diversi gruppi stanno cercando di impedire alle aziende di trivellare nelle calotte artiche. Essi credono che tali azioni potrebbero causare gravi danni ambientali.

Le stime dell’U.S. Geological Survey suggeriscono che il Circolo Polare Artico, al Polo Nord della Terra, potrebbe contenere riserve fino a 160 miliardi di barili di petrolio. I paesi con territorio o acque territoriali nel Circolo Polare Artico possiedono queste risorse. Questo non è il caso dell’Antartide, dove un trattato internazionale impedisce lo sfruttamento delle vaste risorse naturali del continente.

Canada, Danimarca, Norvegia, Svezia, Russia, Finlandia e Islanda sono i paesi che controllano le risorse del Polo Nord. Nel caso della Russia, le compagnie nazionali stanno estraendo petrolio nell’Artico da più di un decennio. Anche gli Stati Uniti potrebbero essere vicini a permettere alle compagnie petrolifere di trivellare nella parte settentrionale dell’Alaska.

Negli ultimi sei anni, il governo norvegese ha rilasciato licenze alle compagnie per esplorare possibili fonti di petrolio e gas nel Mare di Barents. La Norvegia è il principale produttore di petrolio dell’Europa occidentale. Tuttavia, è un paese che si impegna per l’energia rinnovabile e mira a raggiungere zero emissioni di carbonio entro il 2050.

Giovanni Caporaso Gottlieb contro lo sfruttamento delle risorse dell’Artico

La concessione di licenze da parte della Norvegia ha scatenato polemiche tra i gruppi ambientalisti. Sei attivisti e i gruppi Greenpeace Nordic e Young Friends of the Earth hanno deciso di portare il governo norvegese alla Corte europea dei diritti umani (CEDU) per cercare di impedire il rilascio di nuove licenze. Gli attivisti sostengono che le trivellazioni nell’Artico potrebbero contaminare ulteriormente le lastre di ghiaccio polari, il che causerebbe il loro scioglimento più veloce. Hanno anche chiarito che le nuove trivellazioni permesse dal governo norvegese violano i diritti umani perché avvengono durante una crisi climatica.

Il caso degli attivisti è stato respinto da tre tribunali. Però, ora la CEDU ha accettato il caso e ha chiesto al governo norvegese di preparare la sua difesa per il processo. Vinceranno gli ambientalisti?

Giovanni Caporaso Gottlieb, principe di West Antarctic, che è anche un noto avvocato internazionale, sta valutando la possibilità di costituirsi parte civile nel processo. Questo potrebbe rafforzare gli argomenti degli ambientalisti e impedire l’inizio di una guerra per le risorse antartiche.